Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
 

 

 

 

 

OMAGGIO

A

S A N D R O  P E N N A

(1906-1977)
 

di

Giorgio VALENTINUZZI

(da uno o due anni ero scivolato in un posto dell'anima, lontano dalle cose di qui, così, dissi a mia madre Irma - Comprami, per favore, le poesie di Sandro Penna, le ha edite Garzanti...; Il giovedì successivo, Lei, porgendomi il libro, disse - Hai voluto che ti acquistassi un volume con le pagine bianche, che te ne farai?)

"cfr. La mia vita; (da scrivere), G. Valentinuzzi"

 

 dedicato

a

Dorino Enzo Pravisani da Martignacco (Ud),

 mio ex amico (1966-1989),  di

notti e pensieri che, tra tante stronzate, sue e mie,

 mi fece conoscere, tra gli altri,

anche questo grandissimo poeta.

Grazie.

 

 

 

 

 

 

 

 

Un sogno di bellezza un dì mi prese
Ero fra calda gente in un caldo paese

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lo vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.

 

Sandro Penna

 

 

 

 

Piove sulla città. Piove sul campo
ove incontrai, nel sole, il lieto amico.

Ei, nell'età gentile, ha il cuore vago.
E a me certo non pensa. Ma innocenti
peccati in me la pioggia riaccende.
 

 

 

E' bella giovinezza e basta un poco
di vino e poi vedete cosa fanno.
I miei ragazzi dapprima si fieri. 


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E' il nobile sesso. E poi, di questo,
sola un'età (nobile, sì, ma fresco!).
Di questa solo alcuni rari esemplari.
E infine, e poi... di te, ma tanto tanto
una sola immagine mi è cara.
 

 

 

Forse la giovinezza è solo questo
perenne amare i sensi e non pentirsi.
 

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«Prenditi una ragazza, e piano piano
vai con qualche bacetto. E invece... » calmo
oltre il verde bigliardo e il fermo giuoco,
così tenero ancora, uno parlava
paternamente, con attenta grazia.
E l'altro l'ascoltava, egli nei gonfi
occhi colpevoli. L'orribile disgrazia!
 

 

 

Amore, amore
lieto disonore.

 

"""

 

 

Amore, gioventù, liete parole,
cosa splende su voi e vi dissecca?
Resta un odore come merda secca
lungo le siepi cariche di sole.
 

 

La tomba del padre

 



Cimitero nell'est. Un sole insiste
inutilmente sulla nuvolaglia.
Un ragazzo si stacca dalla mamma
e piscia verso il coro dei soldati
su i campi desolati lieto e triste.
 

 

 

Malinconia d'amore, dove resta
bianco il sorriso del fanciullo
come un ultimo gabbiano alla tempesta.

 

 

Qui brucio la mia vita.
Fra le rare luci dei vicoletto adesso appare
un pastorello su di un mulo. Bruci
tranquilla la mia vita a queste luci.
 

 

Nei vicoli notturni ove rimane un fanciullo
superstite la mia vita si gonfia di malinconia

""""

 

 

Ero solo e seduto. La mia storia
appoggiavo a una chiesa senza nome.
Qualche figura entrò senza rumore,
senz'ombra sotto il cielo del meriggio.

Nude campane che la vostra storia
non raccontate mai con precisione.
In me si fabbricò tutto il meriggio
intorno ad una storia senza nome.

 

 

Ero solo nel mondo, o il mondo aveva
un segreto per me? Di primavera
mi svegliavo a un monotono accordo
e il canto di un amore mi pareva.
Il canto di un amore che premeva
con gli occhi di quel cielo puro e fermo.

 

 

Forse invecchio, se ho fatto un lungo viaggio
sempre seduto, se nulla ho veduto
fuor che la pioggia, se uno stanco raggio
di vita silenziosa ... (gli operai
pigliavano e lasciavano il mio treno,
portavano da un borgo a un dolce lago
il loro sonno coi loro utensili).
Quando giunsi nel letto anch'io gridai:
uomini siamo, più stanchi che vili.

 

 

VIII

 



Il ciclista polverosa
castità offre alla sposa.
 

 

 

XVI

 



Un amore perduto quanta gioia
di nuove sensazioni in me sorprende.
Ma l'amore è perduto.
E la pena riprende.
 

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XXIV

 



Un dì la vita mia era beata.
Tutta tesa all'amore anche un portone
rifugio per la pioggia era una gioia.
Anche la pioggia mi era alleata.
 

 

 

XXIX

 



Come è forte il rumore dell'alba!
Fatto di cose più che di persone.
Lo precede talvolta un fischio breve,
una voce che lieta sfida il giorno.
Ma poi nella città tutto è sommerso.
E la mia stella è quella stella scialba
mia lenta morte senza disperazione.
 

 

 

XXVIII

 



E l'ora in cui si baciano i marmocchi
assonnati sui caldi ginocchi.
Ma io, per lunghe strade, coi miei occhi
inutilmente. lo, mostro da niente.
 

 

 



E poi come una mosca
impigliata nel miele...
 

 

 

 



 


La vita... è ricordarsi di un risveglio
triste in un treno all'alba: aver veduto
fuori la luce incerta: aver sentito
nel corpo rotto la malinconia
vergine e aspra dell'aria pungente.

Ma ricordarsi la liberazione
improvvisa è più dolce: a me vicino
un marinaio giovane: l'azzurro
e il bianco della sua divisa, e fuori
un mare tutto fresco di colore.

 


 

 

 

 



La tenerezza tenerezza è detta
se tenerezza cose nuove dètta.
 

 

 

 

 

 

 

un particolare ringraziamento va a:

 Giovanni Dall'Orto