ORDITI & TRAME

seconda edizione

1998

 

 

 

 

 

 

 

 
 

I CONTEMPORANEI a.c.

CENTRO CULTURALE

 

 

ORDITI

&

TRAME

seconda edizione 1998

Incrocio di artisti proposto da alcuni amici di Ottavio e condiviso dallo stesso Missoni con una medaglia

 

 

CENTRO DEL DILETTO BOTANICO in Rivignano (UD)

via Cavour, 5

 

 
 
 
 

I CONTEMPORANEI a.c.

CENTRO CULTURALE

via Mercatovecchio, 28

33100 UDINE

tel. 0432/25747

da un progetto di

Carletto Milic & Giorgino Valentinuzzi

 

 
 
Giuria:

ELIO BARTOLINI

GIOCONDA BARTOLINI

CARLO MILIC

OTTAVIO MISSONI

MIRELLA PRESOT

GIORGIO VALENTINUZZI

Presidente

OTTAVIO MISSONI

Organizzazione e inviti:

CARLO MILIC

MIRELLA PRESOT COLLAVINI

GIORGIO VALENTINUZZI

Cordinamento e comitato scientifico

I CONTEMPORANEI a.c.

Progetto grafico:

G. VALENTINUZZI

Impaginazione e battitura testi

MARCO LEVIS & G. VALENTINUZZI

Stampa

LITOGRAFIA PONTE - Talmassons

 

La mostra si inaugura Sabato 5 dicembre alle ore 18.00

e sarà visibile sino al 12 dicembre 1998

con orario unico dalle ore 15.00 alle ore 18.00.

Per informazioni telefonare allo 0432/773364

 

 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

DALLA

SWINGING DALMATIA

AL MONDO

di CARLO MILIC

 

 

Omaggio ad Ottavio Missoni, anno secondo, nella prestigiosa e straordinaria cornice di Villa Collavini, in Rivignano. Immutata dunque la scena, ma in questa occasione le opere degli artisti, che della loro creatività fanno omaggio allo stilista, saranno alloggate nelle serre, per render più intenso e forse più immediato il contatto con la meraviglia delle culture floreali, che rendono appunto famosa ed invidiata la Villa della Sig.ra Mirella.

Verrà Ottavio e ciò sarà un altro punto a favore degli amici, che -giusto un anno fa- hanno deciso di fare qualcosa per rendere più importante e festosa una delle sue tante rimpatriate in Friuli - Venezia Giulia. E’ stata la signorile ospitalità della Sig.ra Mirella a far sì che quel qualcosa diventasse un avvenimento, che restasse a memoria di quel incontro tra Ottavio e gli artisti della sua Regione. Perché Ottavio, dalmato di carne, sangue e spirito, emigrato con successo in Lombardia, ha lasciato un grande posto nel suo cuore al Friuli - Venezia Giulia, in fin dei conti estrema propagine proiettata ad Ovest di quel favoloso intrico di isole e spiagge, che dalle nostre lagune arriva al Sud, sino a Ragusa e Santo Stefano. E quest’ anno quindi si replica ampliando la cerchia degli invitati sino a comprendere tre artisti siciliani della camera. Perché così dev’essere, se è vero che Ottavio è bandiera italiana, che porta nel mondo la qualità delle sue idee in tessuti, che sono maglia di lana, ma anche arazzi. Là, dove ogni trama, ogni disegno, ogni associazione di fili colorati costituiscono una fusione attenta e meditata, eppure quanto mai poetica, per far rivivere quella vivace atmosfera di accenti, incontri ed anche contrasti forti, che rende unica la fusione di emozioni, passioni e sentimenti, generati dalla vita in Dalmazia, oggi come ieri.

La Dalmazia infatti possiede un clima che le deriva dalla sua sostanza ambientale e paesistica, come dall’essere da sempre uno spartiacque tra mondi diversi ed anche lontani. Ma il mare e soprattutto le coste, che si affacciano sull’Adriatico, hanno creato nei secoli, addirittura nei millenni, una straordinaria sensibilità all’approccio ed alla comprensione degli Altri, rara capacità d’esser ospite, ma anche orgogliosa della sua matrice culturale. Ciò spiega il felice connubio tra antiche radici e innesti recenti, non attraverso un’assimilazione forzosa, ma facendo costume di una stupefacente friendly persuasion. I frutti sono là da secoli a dimostrare l’efficacia dell’ambiente nel modellare gli uomini. Riconoscersi dalmato è costume quindi remoto, anche per i novizi, perché la civiltà è antica e lascia subito il segno, anche tra coloro che dagli albori della vita vi sono giunti. Conquistatori che vennero conquistati. Perché, in questo caso, acquisire il costume di coloro che già vi abitavano, è divenuto presto un vanto. Tutto ciò, si è trasmesso tempo dopo tempo, forgiando il carattere, che è sì forte ed orgoglioso, ma anche da sempre votato alla comunicazione, alla curiosità più pretta. In tale spazio quindi l’arte ha trovato sedime rigoglioso, dando al mondo -il dalmato è di vocazione viaggiatore- personaggi illustri, che hanno inciso in modo cospicuo nella vita culturale dei paesi di nuova elezione, al primo posto l’Italia, facendosi però anche ambasciatori di quella cultura natia, per vocazione ponte tra emisferi diversi e spesso ignoti, l’uno all’altro. Ricordiamo perciò Lucio Lucio, Marino Darsa, Nicolò Tommaseo …In questa cornice l’immagine d’arte, che trasmette Ottavio, certamente appare all’altezza dei tempi e non si tratta del cotè più appariscente e frivolo. Infatti, se un tempo, in una qualsiasi disciplina, era difficile emergere, affermando un nuovo modo di intendere il percorso già esperito dai maggiori, oggi ciò risulta ancora più complesso in vista della globalizzazione delle proposte, dipesa dalla fitta rete di relazione, stabilite dai mass-media. Ebbene, in tanta folle folla di ideatori, Ottavio ha conquistato un ruolo personale e singolare, apparentemente estraneo alla volontà di immedesimazione della moda italiana, proiettata da qualche decennio a combattere e se possibile superare quella francese. Perché la linea scelta dal Nostro, gode di quella autorevole traccia che deriva allo stilista dall’aver optato sin dall’inizio non per la barocca suntuosità latina, ma per un profilo estetico ad un tempo antico e moderno. Si dice infatti che nulla può essere più moderno del saper dimostrare la purezza dell’origine, di uno stile che coniughi saggiamente l’autenticità della tradizione nella semplicità elegante di una proposta esemplare. Nulla quindi è più tradizionale del sapersi vestiti da una maglia di Lana, nella sensazione tattile del tessuto, ignorando la stoffa prodotta per essere un baluardo addosso, invece di una cartina che sappia disegnare il corpo, senza obbligarlo in paludamenti costrittivi. Straordinaria è così quella semplicità che sa cogliere per tali tessuti il tocco di colori, rendendoli vibratili sotto l’altrui sguardo. La sensazione ritmata della sequenza ondulata, che mima appunto una sinuosa e lenta variazione orizzontale o verticale, la capacità di orientarsi in trame che a banda di sfumatura, vanno a sottolineare la forma dell’abito, l’accostamento di tali gamme giocate nei colori della terra o del mare, opposti e collegati, associati e definiti, a base di fondamentali variazioni, tenendo conto di quel ritmo sempre rinnovato, anche se riferito alla ripetizione degli stessi colori. E si fa presto a dire pertinacia, si fa ancor prima a dire: saper cogliere l’occasione fortunata! Nulla avviene per caso e tutto si totalizza, sulla scorta di un patrimonio di esperienze acquisite e acutamente memorizzate. Ottavio dunque ha capitalizzato a buon diritto l’esser dalmato: conoscere i colori della sua terra, ma ancor meglio capire quali siano le nuove esigenze del pubblico. Anche quest’ultimo risolutivo dato deriva da quel magico imprinting, legato alla sua terra d’origine. La Dalmazia e quindi i suoi abitanti hanno imparato presto ad interpretare usi e costumi degli Altri ed a farli propri, ove rappresentassero un progresso, ma soprattutto un’utilità più alta rispetto a quanto fatto in passato. Terra forte, di gente forte ed intelligente, ma anche generosa, ha trovato da sempre - anche nella dura battaglia della vita - quei momenti risolutivi in cui era meglio godere ed, almeno per un attimo, dimenticare l’ansia delle cure quotidiane. Da ciò una suprema capacità di vivere e scherzare con la vita, offrire l’immagine di una terra, abitata da un popolo gaio ed intraprendente, sempre pronto a mostrare il suo volto festoso ed ospitale. Anche tutto ciò entra di buon diritto e caratterizza il profilo delle linee di forma e colore, che gli abiti e gli accessori, disegnati dall’equipe di Ottavio, offrono al pubblico. Colori e forme sono anch’esse una traccia che la Swinging Dalmatia sa proporre al mondo. Un segno dell’animo e dell’intelligenza di Ottavio, che per questo dono appunto festeggiamo ancora una volta!

 

 
 

 

 
 
 

 
 
 

COME COSTRUIRE UNA KERMESSE

Strano paese il nostro, che celebra l’arte visiva, come peraltro molti altri avvenimenti culturali, in quella veste ufficiale che esige quasi sempre un rituale cupo e, a dir poco, funereo. Di rado il concetto di avvenimento, quello che mostra agli Altri il risultato di un lavoro creativo di un singolo e di una equipe, ha la cornice festosa che occorrerebbe attribuirgli. Al concetto di kermesse culturale, che in altri lidi trova consenso e fautori, dunque non siamo abituati, ove si eccettuino quelle manifestazioni di pittura e creatività estemporanee, che obbligatoriamente si vogliono però assimilare alle feste paesane. Al contrario si tratta di una situazione che andrebbe rinvigorita e a cui bisognerebbe, anche se a malincuore, ritornare un gran merito.

Ebbene, il lavoro svolto da Giorgio Valentinuzzi per Orditi e trame ha saputo mettere a regime (una volta si diceva mettere in sesto...) l’ idea della festa, in nome di un Amico, a cui far partecipare a pieno diritto artisti di ogni tendenza. A dire il vero, l’autentico coup de theatre, ordito da Valentinuzzi è stato quello di convincere tutti dell’ opportunità privilegiata di sistemare le opere degli artisti invitati nell’ ambito stesso della villa della Signora Mirella a Rivignano.

Coniugare un arredamento antico di altra lettura e interpretazione all’ effervescenza di prove d’ arte inedite da associare a più placide letture tradizionali in pittura ha offerto alla kermesse in nome di Ottavio Missoni, una freschezza di accenti, che ha colto nel segno.

A tale invito l’ospite d’onore ha dato il suo pieno avallo e ciò ha avvalorato l’idea di base di Giorgio Valentinuzzi, che ha trovato nell’ impegno critico di Carlo Milic un saggio consulto, nel segno che ha già contrassegnato una collaborazione in comune per molte iniziative vincenti, quanto eterodosse, nella tipica tradizione operativa de’ I CONTEMPORANEI.

 

 

 

 

 

 

 
 
 

 

 

VERBALE DELLA GIURIA

 

Alle ore 15:00 del 14 novembre 1998 si è riunita la giuria della mostra - omaggio alla creatività di Ottavio Missoni, Orditi & Trame, seconda edizione, presso il Centro del Diletto Botanico in Rivignano /UD). La giuria è composta da Elio Bartolini, Gioconda Bartolini, Carlo Milic, Ottavio Missoni, Mirella Presot e Giorgio Valentinuzzi.

Viene chiamato a presiedere Ottavio Missoni che accetta. Il critico Carlo Milic è nominato segretario verbalizzante. Si prende nota che le opere presenti di Giorgio Valentinuzzi, componente della giuria sono fuori concorso. I lavori si aprono con la discussione della proposta di Giorgio Valentinuzzi di assegnare una menzione speciale a Paolo Tonino, per la singolarità attiva del prodotto proposto, e a Giulio Piccini, per la qualità della sua ricerca plastica: la mozione viene approvata all’ unanimità. Carlo Milic propone di assegnare ugual particolare menzione alla memoria di Waldes Coen, recentemente scomparso, per l’ efficacia culturale della sua indagine in scultura: anche detta mozione è approvata all’unanimità. Successivamente, sempre all’ unanimità la giuria decide di premiare con l’acquisto il valore dell’ opera di Pietro De Campo: la tela entrerà nella collezione Missoni. Iniziano a questo punto i lavori per l’attribuzione della grande medaglia d’oro offerta da Ottavio Missoni. La prima selezione dà il seguente esito: Giuliano Babuder, Gianfranco Bernardi, Enzo Bonazzi, Gianna Buran, Lorella Coloni, Enzo Cumbo, Sonia D’Alessandro, Ennio Demarin, Vincenzo Di Grazia, Gianmaria Fadini, Anita Fasiolo, Gianluca Ferronato, Katia Gori, Nevia Gregorovich, Pietro Lo Bianco, Roberto Mansutti, Annalisa Morpurgo, Radivoje Musicki, Anita Nemarini, Bob Passantino, Donatella Pellizzari, Stefano Peres, Renata Pinaglia e Valentino Valenta, Roberto Romano, Francesca Salvadori, Pucci Scafidi, Dino Schleifer, Cesare Serafino, Mario Snaidero, Virgilio Toniatti, Zoran Tokovic, Stefano Turk, Paolo Vendrame, Gemma Trevisan Wild e Elio Zorzenon in ordine alfabetico. Attorno a questi nomi si apre il dibattito e dopo una approfondita discussione vengono scelti i seguenti artisti: Babuder, Buran, Coloni, Cumbo, Demarin, G. Fadini, Ferronato, Gori, Gregorovich, Mansutti, Nemarini, Passantino, Pinaglia & Valenta, Scafidi, Serafino, Snaidero, Toniatti, Tokovic, Turk, in ordine alfabetico. Per l’assegnazione della maggior menzione vengono allora evidenziati i valori dei contributi offerti da Babuder, Cumbo e Demarin. Dopo approfondito dibattito la giuria decide di assegnare la grande medaglia d’ oro offerta da Ottavio Missoni, a GIULIANO BABUDER. Menzioni di riconoscimento vanno a Enzo Cumbo e Ennio Demarin in ex-aequo. Inoltre la giuria ritiene opportuno sottolineare con ulteriore menzione ex-aequo le opere di Katia Gori, Nevia Gregorovich, Pucci Scafidi, Cesare Serafino e Virgilio Toniatti. Prima di chiudere i lavori la giuria stabilisce di assegnare a tutti gli artisti invitati un segno di apprezzamento, a memoria della loro partecipazione a Orditi & Trame 1998. La riunione della giuria si chiude alle ore 18:30.

 

 

 
 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 
 
 
 
 

 

 

 

 

 
 
 
 

 

 

Giorgio Valentinuzzi

ringrazia per la collaborazione al progetto

ORDITI & TRAME 1998

 i Sigg.ri:

Ottavio Missoni per sopportarmi & supportarmi da anni, ormai, e per l’ amicizia che mi ha sempre dimostrato; Mirella Presot per la sua ospitalità, gentilezza, cortesia e disponibilità; Carletto Milic, complice fidato e sincero amico e consigliere di tante Kermesse; Stefano Peres per le fotografie; Ada B. per le patate lesse e per avermi sollevato dalla sopportazione di Luciano P.; Edi Antoniolo per il trasporto - foto mattutino; Renata Covassi per la sua pacatezza e pazienza; Annarita dello svarionato Bubu per aver iniziato questo lavoro con i poi s è rivelato incompatibile con il P.C.; Marta Morassuttti per averci sopportato, (Marco e me) durante le estenuanti ore di impaginazione di questo catalogo e per i motivi che lei sa e che ci accomunano nella disgrazia; Barbara Levis per avermi aiutato nei traslochi di quadri vari e per diverse destinazioni; Luisanna F. L. per averci fornito (sic!!!) l’auto per i suddetti lavori; Savio Degano per avermi impedito di diventare anoressico; Rosina per avermi aiutato a sopravvivere all’ arsura nel deserto del mio studio fornendomi birre e sorrisi; Mariangela Z. per il supporto morale e lirico; Giancarlo Piccinin per lo sviluppo veloce delle mie foto sempre più sfuocate o troppo luminose; Nicola con la K, per le buone intenzioni; i Sigg.ri Moretti per sigarette mentine e buongiorno in ogni momento del giorno (quando la vediamo non sappiamo mai che giorno sia); Ado Bigotto per l’ aiuto critico e per avermi consigliato di comprare un vestito a punta di petto; Daniela Morassutti per la sua estrema gentilezza; Lorenza & Loredana per vermi, bucato e spezzatino; Walter Pitt per avermi scaraventato giù dal letto il mattino presto senza averlo richiesto; ringrazio anche quelli a cui ho chiesto di aiutarmi e non l’ hanno fatto, per fortuna; Davide e Marianna per avermi tenuto sveglio la notte con richieste assurde; Marco Levis grande compagno svarionato & scaturito di ORDIGNI & TARME, e chi più ne ha più ne metta!

Udine, novembre 1998.

 

 

 

 
 
 
 
 
 

 

Alle gallerie delle foto della manifestazione